Arrestati due protestanti turchi

10.03.2000 – (Portes Ouvertes) – Due protestanti turchi sono stati arrestati il 1mo marzo mentre vendevano letteratura cristiana vicino alla città portuale di Izmir. L’8 marzo, il giudice gli ha rifiutato la libertà condizionale ed dovranno restare in prigione almeno fino alla prossima udienza il 30 marzo.

Ercan Sengul, 38 anni, e Necati Aydin, 28 anni, sono stati arrestati a Kemalpasa, una città ad est di Izmir. I due uomini sono dipendenti delle “Pubblicazioni Kaya”, ufficialmente riconosciute in Turchia dal gennaio del 1996.

Mustafa Caymaz, procuratore di Stato, accusa i due uomini di aver costretto della gente ad accettare delle bibbie e di aver insultato l’islam.

Pregato di esaminare il materiale sequestrato, il Muftì locale Omer Solgu ha ammesso di non aver trovato niente di offensivo per l’Islam. Ciò nonostante ha dedicato cinque paragrafi del suo rapporto ad una analisi di alcune note di sermone scritte nel quaderno personale di Aydin che riguardano il significato delle parole “Allah”, “Jehovah” e altri nomi di Dio. Secondo lui, queste note comportano “l’essenza di menzogne e di calunnie contro la religione”.

Di origine musulmana, Sengul e Aydin si sono convertiti al cristianesimo, sono stati battezzati e hanno fatto cambiare la loro religione sui loro documenti d’identità. I due uomini hanno potuto vedere le loro mogli solo per mezz’ora venerdì scorso. Sono membri della comunità di Izmir che era stata chiusa dalla polizia nel settembre del 1999. Secondo il loro pastore Zekai Tanyar, “sono dei credenti maturi che non si sarebbero mai permessi gli atti di cui sono accusati. Possiamo capire che le autorità indaghino a seguito di una denuncia. Ma tenere questi uomini in detenzione per un mese per tali accuse è ridicolo. Non sono dei criminali violenti che avrebbero bisogno di essere custoditi dietro delle sbarre”.

Questi arresti sono avvenuti il giorno dopo la trasmissione televisiva turca “Arena”, che dedicava 90 minuti alle “sette missionarie cristiane”. Il commento che accompagnava numerose sequenze, filmate nelle chiese servendosi di telecamere nascoste, definiva le credenze di questi protestanti “folli assurdità” e “denunciava i pericoli di tali sette”.

Il 1mo marzo, un impiegato della Società Biblica turca presente durante la trasmissione è stato interrogato per ore dalla polizia di Istanbul. Parecchie altre persone identificate durante la trasmissione hanno lasciato temporaneamente il loro domicilio per evitare minacce per telefono o una possibile detenzione.

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